Da quando ho iniziato a praticare AcroYoga non ho mai smesso di appassionarmi e rinnovare l'entusiasmo per questa disciplina.
Negli ultimi tempi ho compreso però una dinamica molto curiosa: quando ci avviciniamo all'AcroYoga la prima cosa che spinge ad amare questa disciplina è l'aspetto acrobatico. Infatti grazie ad esso ci troviamo subito a fare cose che non avremo mai pensato prima di quel momento... inoltre grazie agli elementi di acrobatica che si possono imparare velocemente da subito ci ritroviamo a giocare lasciando emergere velocemente il bambino interiore con l'immenso e tangibile beneficio di una gioia che sprizza spontanea e che coinvolge tutto il corpo e la mente.
Ho notato nel veder crescere la comunità italiana di acroyogis e osservando quella internazionale, che l'acrobratica sta prendendo il sopravvento in questa disciplina lasciando sempre meno spazio al lato yogico.
Il risultato rischia di essere quello di finire a praticare acrobatica a coppie credendo di fare uno stile particolare di Yoga. Ma senza alcuni ingredienti fondamentali questa disciplina non può essere considerata Yoga!
Mi sono chiesto quindi come fare per ridare spazio a questo aspetto e portare ancora più in profondità l'esperienza dell'AcroYoga senza perdere il contatto con la tradizione più importante da cui nasce la felice integrazione che gli ha dato vita.
Bhe mi sono subito ricordato come ho fatto per andare in profondità nello Yoga: praticando migliaia di volte la stessa posizione, la stessa sequenza, la stessa tecnica di respirazione, la stessa meditazione, ecc.
Del resto ci sono scuole di Yoga che propongono di fare la stessa sequenza per anni prima di passare ad un'altra... lo stesso avviene praticamente in tutte le discipline legate ad un lavoro corporeo (e non solo). Per esempio chi ha fatto arti marziali sa bene che le forme (o Kata, Tao Lu, ecc.) vengono ripetute centinaia di volte prima di progredire a quella successiva.
Quello che invece tende a succedere nella pratica dell'AcroYoga è che rivelandosi incredibilmente divertente fin da subito, i praticanti tendono a voler passare velocemente da una posizione all'altra per cercare di fare subito le cose più avanzate considerandole ovviamente le più divertenti e intriganti. "Questa l'ho fatta, bene, ora qual'è la prossima?"
Gli Insegnanti di AcroYoga si trovano a dover proporre ogni volta una cosa nuova... e se non ce l'hanno temono di far fare qualcosa che annoi gli allievi, qualcosa di già fatto non più intrigante... mmm... questa non è una situazione dove si può approfondire, anzi si rischia di rendere superficiale la pratica.
Facciamoci una domanda: io te la pongo in questo video
Quando una pratica Yoga fa bene la rieseguiamo ogni mattina senza porci il fatto di averla già fatta. Certo nel tempo possiamo renderla più completa e avanzata e quindi complessa ma l'obbiettivo è farla perchè è piacevole praticarla e perchè porta determinati benefici. Lo stesso vale per le singole Asana no?
Nello stesso modo possiamo appassionarci a posizioni anche semplici dell'AcroYoga e ripeterle infinite volte scoprendoci dentro ogni volta qualcosa di nuovo e imparando a trarne sempre meglio i relativi benefici.
Lo stesso vale per le sequenze. Facili o difficili che siano, quello che conta è imparare ad eseguirle così bene che non sia più necessario fare fatica per passare da una posizione all'altra e i benefici si manifestino davvero.
Quindi invece di cercare ogni volta di imparare una nuova "Washing Machine" o una nuova transizione, io trovo che sia molto più proficuo cercare di raffinare la tecnica delle pratiche con calma.
Il risultato sarà di riscoprirsi capaci di fare le cose avanzate senza averle provate prima.
Allora praticare diventa leggero facile e ci si può dedicare al respiro, alla percezione fine del corpo e dei benefici che la pratica può portare.
Da queste riflessioni è nato il metodo C.A.L.M. frutto degli appunti presi per anni e delle intuizioni sorte insegnando acroyoga a persone di vario livello e genere. Questo è il modello didattico che oggi adotto nei corsi e nei seminari vedendo con immenso piacere che i praticanti riscoprono il piacere di stare a lungo in una posizione e ne riscoprono i dettagli i benefici. Quando poi si tratta di sequenziare è bellissimo vedere come più velocemente anche chi è nuovo arriva a eseguire senza sforzo le varie transizioni.
Autore: Jacopo Ceccarelli Insegnante Yoga dal '94, Naturopata e Counselor. Incontra Jacopo sui Social Networks :-)
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